Reicat/Parte III/Capitolo 18/18.0

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18.1. Responsabilità per edizioni e versioni diverse
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18.0. Definizione e ambito di applicazione

18.0 A. Si considerano responsabili a livello dell’espressione le persone e gli enti responsabili di una particolare realizzazione di un’opera, derivata da quella originale (par. 14.2.1). Queste responsabilità possono riguardare:

  1. edizioni o versioni diverse o alternative, abbreviate o accresciute, rivedute o aggiornate, etc., trascrizioni di opere musicali o riproduzioni (par. 10.1-10.3, 10.5 e 10.6), per le quali vedi il par. 18.1;
  2. traduzioni (par. 10.4), per le quali vedi il par. 18.2;
  3. letture o recitazioni di testi scritti ed esecuzioni o rappresentazioni di opere musicali, teatrali o comunque destinate alla scena (par. 10.7 e 10.8), per le quali vedi il par. 18.3.

Un’espressione può comprendere componenti o contributi aggiuntivi rispetto all’opera originale (p.es. parti aggiunte a un testo o accompagnamenti musicali in una recitazione di opere letterarie o teatrali).

Si trattano allo stesso modo le responsabilità relative alle raccolte prive di un titolo d’insieme idoneo a identificarle come opere (o registrate sotto titoli collettivi uniformi) e ai contributi aggiuntivi non identificati da un proprio titolo (par. 18.4 e 18.5)[1].

18.0 B. Ai responsabili dell’espressione si assegna un’intestazione secondaria, obbligatoria o facoltativa, secondo le norme che seguono. Le intestazioni secondarie per i responsabili dell’espressione si collegano al titolo uniforme con le aggiunte necessarie a identificare la singola espressione, se è applicabile ed è stato formulato, o altrimenti alla registrazione bibliografica della pubblicazione.

Per la presenza di più responsabilità, con funzioni dello stesso tipo o di tipo diverso, vedi i par. 18.6 e 18.7.

Note

  1. Nel primo caso, mancando un titolo uniforme che identifichi complessivamente il contenuto della raccolta, le responsabilità (di un curatore, traduttore, etc.) si riferiscono propriamente alle particolari espressioni delle opere comprese nella raccolta stessa. Nel secondo caso, non essendo opportuno in genere trattare i singoli contributi aggiuntivi (p.es. prefazioni, note o illustrazioni) come opere distinte, identificate da un titolo uniforme che dovrebbe venire formulato dal catalogatore a questo scopo, questi possono essere considerati come contributi aggiuntivi della particolare espressione dell’opera pubblicata.