Reicat/Parte II/Capitolo 9/9.1/9.1.2: differenze tra le versioni

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=== {{Ancora|9.1.2.4}}. Opere liturgiche e altre opere di carattere religioso ===
 
=== {{Ancora|9.1.2.4}}. Opere liturgiche e altre opere di carattere religioso ===
Per ''opere liturgiche'' si intendono le opere di carattere ufficiale, finalizzate al culto, di un gruppo religioso, p. es. una Chiesa nel suo insieme o una sua organizzazione locale, un ordine o una comunità. Non sono considerati opere liturgiche gli adattamenti di testi ufficiali e le opere di devozione non ufficiali.
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Per ''opere liturgiche'' si intendono le opere di carattere ufficiale, finalizzate al culto, di un gruppo religioso, p.es. una Chiesa nel suo insieme o una sua organizzazione locale, un ordine o una comunità. Non sono considerati opere liturgiche gli adattamenti di testi ufficiali e le opere di devozione non ufficiali.
  
 
'''{{Ancora|9.1.2.4 A}}.''' Per le opere liturgiche ufficiali dei riti latini della Chiesa cattolica si adotta come titolo uniforme il loro titolo tradizionale, nella lingua originale<ref>Per le opere liturgiche ufficiali dei riti latini della Chiesa cattolica, dal Concilio di Trento in poi, si raccomanda la consultazione di International Federation of Library Associations and Institutions, ''List of uniform titles for liturgical works of the Latin rites of the Catholic Church'', recommended by the Working Group on Uniform Headings for Liturgical Works, 2nd ed. revised, London : IFLA International Office for UBC, 1981, disponibile anche nel sito dell’IFLA e in una traduzione francese aggiornata col testo originale a fronte: ''Liste des titres uniformes pour les livres liturgiques des rites latins de l’Église catholique : recommandations du Groupe de travail sur les vedettes titres uniformes pour les livres liturgiques'', traduction française et mise à jour de la 2de édition anglaise, Paris : Bibliothèque nationale de France, 2001 (disponibile anche nel sito della BnF), e ai loro aggiornamenti o edizioni successive. Per maggiori informazioni sulle opere liturgiche cattoliche cfr. anche ''ACOLIT'', Vol. 3: ''Opere liturgiche'', Milano : Editrice bibliografica, 2004.</ref>. Le opere che sono connesse tra loro si collegano con richiami reciproci.
 
'''{{Ancora|9.1.2.4 A}}.''' Per le opere liturgiche ufficiali dei riti latini della Chiesa cattolica si adotta come titolo uniforme il loro titolo tradizionale, nella lingua originale<ref>Per le opere liturgiche ufficiali dei riti latini della Chiesa cattolica, dal Concilio di Trento in poi, si raccomanda la consultazione di International Federation of Library Associations and Institutions, ''List of uniform titles for liturgical works of the Latin rites of the Catholic Church'', recommended by the Working Group on Uniform Headings for Liturgical Works, 2nd ed. revised, London : IFLA International Office for UBC, 1981, disponibile anche nel sito dell’IFLA e in una traduzione francese aggiornata col testo originale a fronte: ''Liste des titres uniformes pour les livres liturgiques des rites latins de l’Église catholique : recommandations du Groupe de travail sur les vedettes titres uniformes pour les livres liturgiques'', traduction française et mise à jour de la 2de édition anglaise, Paris : Bibliothèque nationale de France, 2001 (disponibile anche nel sito della BnF), e ai loro aggiornamenti o edizioni successive. Per maggiori informazioni sulle opere liturgiche cattoliche cfr. anche ''ACOLIT'', Vol. 3: ''Opere liturgiche'', Milano : Editrice bibliografica, 2004.</ref>. Le opere che sono connesse tra loro si collegano con richiami reciproci.
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Si considerano titoli di carattere formale anche quelli che indicano una forma musicale liturgica o un accoppiamento usuale di due forme e quelli che includono diminutivi o vezzeggiativi o ulteriori specificazioni (p. es. ''Canzone a ballo'', ''Canzone alla francese''). Si trattano allo stesso modo le opere didattiche (metodi, raccolte di esercizi, etc.) con titoli semplicemente descrittivi.
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Si considerano titoli di carattere formale anche quelli che indicano una forma musicale liturgica o un accoppiamento usuale di due forme e quelli che includono diminutivi o vezzeggiativi o ulteriori specificazioni (p.es. ''Canzone a ballo'', ''Canzone alla francese''). Si trattano allo stesso modo le opere didattiche (metodi, raccolte di esercizi, etc.) con titoli semplicemente descrittivi.
  
 
Non sono compresi, invece, i titoli costituiti da un termine di forma qualificato da un aggettivo o altra espressione aggiunti dal compositore per attribuire all’opera un titolo particolare idoneo a identificarla o da un accoppiamento non usuale di forme. In caso di dubbio si tiene conto, in particolare, dell’epoca di composizione e della produzione complessiva dell’autore.
 
Non sono compresi, invece, i titoli costituiti da un termine di forma qualificato da un aggettivo o altra espressione aggiunti dal compositore per attribuire all’opera un titolo particolare idoneo a identificarla o da un accoppiamento non usuale di forme. In caso di dubbio si tiene conto, in particolare, dell’epoca di composizione e della produzione complessiva dell’autore.
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'''{{Ancora|9.1.2.7 C}}.''' Per le opere musicali identificate con titoli che indicano semplicemente la forma musicale si formula un titolo uniforme costituito dal termine (o dalla coppia di termini) che indica la ''forma musicale o liturgica'', seguito dalle indicazioni del ''mezzo d’esecuzione'', dei ''numeri'' identificativi e della ''tonalità o modo'', se applicabili, in quest’ordine, separati da virgole (vedi i punti successivi).
 
'''{{Ancora|9.1.2.7 C}}.''' Per le opere musicali identificate con titoli che indicano semplicemente la forma musicale si formula un titolo uniforme costituito dal termine (o dalla coppia di termini) che indica la ''forma musicale o liturgica'', seguito dalle indicazioni del ''mezzo d’esecuzione'', dei ''numeri'' identificativi e della ''tonalità o modo'', se applicabili, in quest’ordine, separati da virgole (vedi i punti successivi).
  
La forma musicale si indica in termini normalizzati<ref>Se si preferisce i termini di forma si possono formulare al plurale (cioè nella stessa forma usata per le raccolte), secondo la tradizione prevalente a livello internazionale. Si usa comunque il singolare per i termini di agogica (''Adagio'', etc.) e per quelli che indicano libri liturgici (''Antifonario'', ''Graduale'', etc.).</ref>. Si usa il plurale, però, quando si applica anche a una singola composizione (p. es. ''Variazioni'') e per le raccolte ([[Reicat/Parte II/Capitolo 9/9.5|par. 9.5]]).
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La forma musicale si indica in termini normalizzati<ref>Se si preferisce i termini di forma si possono formulare al plurale (cioè nella stessa forma usata per le raccolte), secondo la tradizione prevalente a livello internazionale. Si usa comunque il singolare per i termini di agogica (''Adagio'', etc.) e per quelli che indicano libri liturgici (''Antifonario'', ''Graduale'', etc.).</ref>. Si usa il plurale, però, quando si applica anche a una singola composizione (p.es. ''Variazioni'') e per le raccolte ([[Reicat/Parte II/Capitolo 9/9.5|par. 9.5]]).
  
 
Per le composizioni liturgiche vedi il [[#9.1.2.7 G|par. 9.1.2.7 G]].
 
Per le composizioni liturgiche vedi il [[#9.1.2.7 G|par. 9.1.2.7 G]].
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:::'''Suite, violoncello, pianoforte, op. 20'''
 
:::'''Suite, violoncello, pianoforte, op. 20'''
  
'''{{Ancora|9.1.2.7 D}}.''' L’indicazione del ''mezzo d’esecuzione'' specifica in maniera sintetica l’organico vocale e/o strumentale per il quale la composizione è stata originariamente concepita. Si indicano le voci e gli strumenti solisti o le famiglie di strumenti, eventualmente preceduti dal numero in cifre arabe, oppure il numero complessivo di voci e di strumenti, nel seguente ordine, e all’interno di ciascun gruppo dal registro più acuto al più grave: voci soliste, complessi vocali, legni, ottoni, archi, strumenti a corde pizzicate, strumenti a tastiera, strumenti a percussione, basso continuo, complessi strumentali. L’indicazione del mezzo d’esecuzione si omette se è implicita, in quanto tipica della forma musicale (p. es. l’orchestra per le sinfonie), o se l’organico non è stato precisato, è variabile o particolarmente complesso.
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'''{{Ancora|9.1.2.7 D}}.''' L’indicazione del ''mezzo d’esecuzione'' specifica in maniera sintetica l’organico vocale e/o strumentale per il quale la composizione è stata originariamente concepita. Si indicano le voci e gli strumenti solisti o le famiglie di strumenti, eventualmente preceduti dal numero in cifre arabe, oppure il numero complessivo di voci e di strumenti, nel seguente ordine, e all’interno di ciascun gruppo dal registro più acuto al più grave: voci soliste, complessi vocali, legni, ottoni, archi, strumenti a corde pizzicate, strumenti a tastiera, strumenti a percussione, basso continuo, complessi strumentali. L’indicazione del mezzo d’esecuzione si omette se è implicita, in quanto tipica della forma musicale (p.es. l’orchestra per le sinfonie), o se l’organico non è stato precisato, è variabile o particolarmente complesso.
  
 
:::'''Duetto, soprano, contralto, basso continuo'''
 
:::'''Duetto, soprano, contralto, basso continuo'''
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La tonalità non si indica per opere liriche, oratori, cantate o composizioni non tonali.
 
La tonalità non si indica per opere liriche, oratori, cantate o composizioni non tonali.
  
:::'''Sinfonia, n. 5, do diesis minore'''
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:::[[Reicat:Mahler_–_Sinfonia_n._5_(2001)|'''Sinfonia, n. 5, do diesis minore''']]
  
 
:::'''Trio, flauto, violino, pianoforte, op. 69, la maggiore'''
 
:::'''Trio, flauto, violino, pianoforte, op. 69, la maggiore'''
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:::''(si indicano le voci e gli strumenti previsti in alternativa)''
 
:::''(si indicano le voci e gli strumenti previsti in alternativa)''
  
'''{{Ancora|9.1.2.7 H}}.''' Per le opere vocali senza titolo o con titolo generico, formale o relativo all’occasione (circostanza, dedicatario, etc.), p. es. cantate e altre brevi composizioni profane, si adotta come titolo uniforme l’''incipit'' testuale. Si aggiunge il numero del catalogo tematico, se esiste, separato da una virgola.
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'''{{Ancora|9.1.2.7 H}}.''' Per le opere vocali senza titolo o con titolo generico, formale o relativo all’occasione (circostanza, dedicatario, etc.), p.es. cantate e altre brevi composizioni profane, si adotta come titolo uniforme l’''incipit'' testuale. Si aggiunge il numero del catalogo tematico, se esiste, separato da una virgola.
  
 
:::'''Ein feste Burg ist unser Gott, BWV 80'''
 
:::'''Ein feste Burg ist unser Gott, BWV 80'''
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:::''(titolo generico che indica soltanto la circostanza della composizione)''
 
:::''(titolo generico che indica soltanto la circostanza della composizione)''
  
'''{{Ancora|9.1.2.7 I}}.''' L’appellativo è un’espressione (aggettivo, motto, dedica, etc., spesso uniti a termini di forma) usata comunemente per fare riferimento a un’opera musicale, sulla base del suo carattere, occasione o destinazione: p. es. ''Sonata patetica ''(o ''Patetica''), ''Sinfonia italiana'', ''Concerto per la notte di Natale'', ''Missa Papae Marcelli''. Non sono compresi i titoli programmatici, attribuiti dall’autore: p. es. ''Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo'' (di Bach) o ''Symphonie fantastique'' (di Berlioz).
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'''{{Ancora|9.1.2.7 I}}.''' L’appellativo è un’espressione (aggettivo, motto, dedica, etc., spesso uniti a termini di forma) usata comunemente per fare riferimento a un’opera musicale, sulla base del suo carattere, occasione o destinazione: p.es. ''Sonata patetica ''(o ''Patetica''), ''Sinfonia italiana'', ''Concerto per la notte di Natale'', ''Missa Papae Marcelli''. Non sono compresi i titoli programmatici, attribuiti dall’autore: p.es. ''Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo'' (di Bach) o ''Symphonie fantastique'' (di Berlioz).
  
 
Gli appellativi si aggiungono al termine del titolo uniforme, tra parentesi uncinate, solo quando sono necessari per distinguere opere per le quali sono insufficienti gli altri elementi compresi nel titolo uniforme stesso. Si preferisce la forma dell’appellativo usata nei repertori specializzati.
 
Gli appellativi si aggiungono al termine del titolo uniforme, tra parentesi uncinate, solo quando sono necessari per distinguere opere per le quali sono insufficienti gli altri elementi compresi nel titolo uniforme stesso. Si preferisce la forma dell’appellativo usata nei repertori specializzati.

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9.1.1. Titolo prevalentemente usato 9.1.3. Forme varianti di un titolo
Il titolo di questa voce non è corretto per via delle caratteristiche del software MediaWiki. Il titolo corretto è Regole italiane di catalogazione.

9.1.2. Opere note con titoli tradizionali o designazioni convenzionali

Per le opere antiche o medievali e altre opere o raccolte che siano note con un titolo tradizionale o convenzionale si adotta questo come titolo uniforme, anche se non prevale nelle edizioni, secondo le norme che seguono.

9.1.2.1. Opere antiche o medievali e classici noti con titoli tradizionali

Per le opere antiche o medievali e altre opere classiche in lingue che usano l’alfabeto latino si preferisce di norma il titolo tradizionale, nella lingua originale, con cui sono identificate nelle opere di consultazione[1]. In caso di dubbio si preferisce il titolo usato più frequentemente nelle edizioni moderne.

Per le opere in lingue che utilizzano scritture diverse dall’alfabeto latino vedi il par. 9.1.3.2.

Ars amatoria
(titolo con cui è generalmente identificata l’opera di Ovidio)
< Ars amandi
< De arte amatoria
< De arte amandi
< L’arte d’amare
< L’arte di amare
Satyricon
< Satyrica
< Satiricon
< Le Satire
Scriptores rei rusticae
< De re rustica
< Libri de re rustica
< Opera agricolationum
< Rei rusticae auctores Latini veteres
< Scriptores rei rusticae veteres Latini
Acta martyrum
< Atti dei martiri
< Atti e passioni dei martiri
Florio e Biancofiore
< Il cantare di Florio e Biancofiore
< Fiorio e Biancofiore
< Florio e Biancifiore
< Historia de Florio e Biancofiore
< Historia de lo innamoramento de Florio e Biancofiore
< Lo innamoramento de Florio e Biancofiore
< Storia di Florio e Biancofiore
Regina Ancroia
< Ancroia
< Lancroia
< Libro della regina Ancroia
Nibelungenlied
< Nibelungensage
< Das Lied der Nibelungen
< Die Nibelungen
< I Nibelunghi
< I Nibelungi
< La canzone dei Nibelunghi
< La canzone dei Nibelungi
Edda
< Eddukvaeði
< Eldre Edda
< Il canzoniere eddico
Regimen sanitatis Salernitanum
< Regimen sanitatis
< Medicina Salernitana
< Flos medicinae Salerni
< Flos medicinae Scholae Salerni
< Schola Salernitana
< Regola sanitaria salernitana < Regola salernitana
I trionfi
< Triumphi
< Triomphi
Cronica
(opera di Salimbene da Parma)
< Cronaca
< Cronica fratris Salimbene de Adam Ordinis Minorum
Lazarillo de Tormes
< La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades
< Le avventure di Lazarillo de Tormes
< Lazzarino del Tormes
< La vita di Lazarillo de Tormes
< La vita di Lazzariglio del Torme
< Vita e avventure di Lazzarino da Tormes
La baronessa di Carini
(poemetto anonimo siciliano del Cinquecento)
< La barunissa di Carini
< Storia della barunissa di Carini

9.1.2.2. Manoscritti e documenti noti con designazioni tradizionali o convenzionali

9.1.2.2 A. Per le edizioni di manoscritti o documenti, o di loro raccolte, generalmente noti e pubblicati con una designazione tradizionale o convenzionale che non è propriamente il titolo, si adotta questa come titolo uniforme, possibilmente nella lingua originale.

Codice atlantico
(espressione con la quale è noto e pubblicato il manoscritto autografo contenente disegni e appunti di Leonardo da Vinci conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano)
Book of Kells
(manoscritto conservato al Trinity College di Dublino, comunemente citato e pubblicato con questa designazione)
< Il libro di Kells
< Evangeliario di Kells

9.1.2.2 B. Se sono noti con designazioni tradizionali o convenzionali nelle diverse lingue moderne, mentre non esiste o non è usata una designazione nella lingua originale, si preferisce come titolo uniforme, possibilmente, la forma italiana con cui sono più comunemente indicati. Si fa rinvio dalle altre forme più diffuse.

Il libro dei morti
(espressione con cui è comunemente nota e pubblicata la raccolta di formule e ricette funerarie dell’antico Egitto)
< Il libro dei morti degli antichi egizi
< Il libro dei morti degli antichi egiziani
< The Egyptian book of the dead
< Book of the dead
< Livre des morts
Lo gnomone dell’idiologo
(raccolta di istruzioni dell’amministrazione egiziana in età romana)
< Der Gnomon des Idios Logos
Rotuli del Mar Morto
(gruppo di manoscritti in ebraico o aramaico scoperti nel 1946 nelle grotte vicine a Qumrān, sulla riva del Mar Morto)
< Rotoli del Mar Morto
< Manoscritti del Mar Morto
< Manoscritti di Qumrān
< Megillot Midbar Yehudah
< Dead Sea scrolls

9.1.2.3. Testi sacri

9.1.2.3 A. Per le opere considerate come sacre scritture da un gruppo religioso si adotta come titolo uniforme il titolo comunemente usato in italiano. Per le parti della Bibbia e di altri testi sacri vedi il par. 9.1.4.2.

Bibbia
< Sacra Bibbia
< Biblia
< Biblia sacra
< Bible
< Bibel
Corano
< Al-Qur’ān = القرآن‎
< Qoran
< Quran
< Alcoran
< Alcoranus
< Coranus
< Koran
< Coran
Libro di Mormon
< The book of Mormon

9.1.2.3 B. Se non esiste un titolo italiano d’uso corrente si usa il titolo nella lingua originale.

Veda
Upaniṣad
< Upanishad
Avesta
< Zend-Avesta

9.1.2.3 C. Per i libri apocrifi connessi alla Bibbia, ma che non fanno parte dei suoi canoni, si adotta come titolo uniforme il titolo tradizionale con cui sono comunemente citati, possibilmente in italiano.

Protoevangelo di Giacomo
< Protovangelo di Giacomo
< Protevangelo di Giacomo
< Protevangelo di Jacopo
< Protoevangelium Iacobi
< Protevangelium Iacobi
< Protevangelium Jacobi
Vangelo dell’infanzia di Gesù
< Vangelo arabo dell’infanzia
< Vangelo arabo dell’infanzia di Gesù
< Evangelo arabo dell’infanzia
< Evangelium infantiae Arabicum
< Evangelium infantiae Salvatoris Arabicum

9.1.2.4. Opere liturgiche e altre opere di carattere religioso

Per opere liturgiche si intendono le opere di carattere ufficiale, finalizzate al culto, di un gruppo religioso, p.es. una Chiesa nel suo insieme o una sua organizzazione locale, un ordine o una comunità. Non sono considerati opere liturgiche gli adattamenti di testi ufficiali e le opere di devozione non ufficiali.

9.1.2.4 A. Per le opere liturgiche ufficiali dei riti latini della Chiesa cattolica si adotta come titolo uniforme il loro titolo tradizionale, nella lingua originale[2]. Le opere che sono connesse tra loro si collegano con richiami reciproci.

Breviarium Romanum / Chiesa cattolica[3]
(libro liturgico della Chiesa cattolica, pubblicato nella forma tipica ufficiale dopo il Concilio di Trento ma già in uso)
< Breviario / Chiesa cattolica
< Breviario romano / Chiesa cattolica
< Officium divinum <1568> / Chiesa cattolica
Liturgia horarum / Chiesa cattolica
(libro liturgico che ha sostituito il Breviario dopo il Concilio vaticano II)
< Officium divinum <1971> / Chiesa cattolica
< Liturgia delle ore / Chiesa cattolica
Liturgia delle ore / Conferenza episcopale italiana
(libro liturgico ufficiale della Chiesa italiana, che come quelle degli altri paesi, secondo le decisioni del Concilio vaticano II, elabora e pubblica la versione ufficiale, tradotta e adattata nella lingua nazionale, dei libri liturgici della Chiesa cattolica)
< Liturgia delle ore secondo il rito romano / Conferenza episcopale italiana
< Ufficio divino / Conferenza episcopale italiana
Liturgy of the hours / National Conference of Catholic Bishops <Stati Uniti d’America>
Ordo divini officii / Chiesa cattolica
< Ordo officii divini / Chiesa cattolica
< Ordo officiorum / Chiesa cattolica
< Ordinarium divini officii / Chiesa cattolica
< Liber ordinarius / Chiesa cattolica
< Ordinario / Chiesa cattolica

9.1.2.4 B. Le versioni ufficiali per particolari ordini, organizzazioni locali, etc., mantengono per quanto possibile lo stesso titolo uniforme, distinto dalla relativa intestazione.

Breviarium Romanum / Cappuccini
(breviario ufficiale, di rito romano, di un singolo ordine religioso)
< Breviarium Romano-Seraphicum / Cappuccini
Breviarium Romanum / Diocèse de Vienne
< Breviarium sanctae Viennensis Ecclesiae / Diocèse de Vienne
< Breviarium Viennense / Diocèse de Vienne
Liturgia horarum. Proprium / Servi di Maria
(per la forma di questo esempio e del successivo vedi il par. 9.1.4)
< Proprium officiorum / Servi di Maria
Liturgia delle ore. Proprio / Arcidiocesi di Firenze
< Proprio della santa Chiesa fiorentina / Arcidiocesi di Firenze
ma
Breviarium Ambrosianum / Chiesa cattolica
(il rito ambrosiano è un rito ufficiale della Chiesa cattolica, distinto dal rito romano)
< Breviario Ambrosiano / Chiesa cattolica
< Breviarium Romanum / Arcidiocesi di Milano

9.1.2.4 C. Per le parti di opere liturgiche comunemente pubblicate in forma autonoma e identificate con un titolo specifico si adotta questo come titolo uniforme. Si fa rinvio dal titolo uniforme dell’opera in cui sono comprese, seguito dal titolo della parte (cfr. il par. 9.1.4).

Psalterium
(parte del Breviarium)
< Psalmorum liber
< Psalmista
< Liber Psalmorum <libro liturgico>
< Salterio
< Salmista
< Breviarium Romanum. Psalterium
Hymnarium
(parte del Breviarium)
< Innario
< Hymnarius
< Hymni
< Liber himnarius
< Breviarium Romanum. Hymnarium
Horae Beatae Mariae Virginis
< Officium parvum Beatae Mariae Virginis
< Officium Beatae Mariae Virginis
< Ufficio della Beata Vergine Maria
< Breviarium Romanum. Officium parvum Beatae Mariae Virginis
ma
Liturgia delle ore. Diurnale
< La preghiera del mattino e della sera
< Preghiere del mattino e della sera
< Ufficio diurno
< Diurnale <Liturgia delle ore>
< Diurno <Liturgia delle ore>

9.1.2.4 D. Per le opere liturgiche ufficiali dei riti orientali della Chiesa cattolica si adotta come titolo uniforme il loro titolo tradizionale, possibilmente nella lingua originale.

Psaltī́rion = Ψαλτήριον
(per i titoli in scritture diverse dall’alfabeto latino vedi il par. 9.1.3.2)
< Psalterium <rito greco>
< Psalterion
Hōrológion = Ὡρολόγιον
< Orologion
< Diurnale <rito greco>
< Diurnum <rito greco>
< Horologium

9.1.2.4 E. Per le opere liturgiche ufficiali di altri gruppi religiosi si adotta come titolo uniforme il loro titolo tradizionale, possibilmente nella lingua originale.

Book of common prayer
Hagadah = הגדה
< Hagadah šel Pesah = הגדה של פסח
< Haggadah
< Haggada
< Hagada
< Haggadah di Pesach
< Haggadà di Péssach

9.1.2.4 F. Per le versioni non ufficiali di opere liturgiche e le altre opere di carattere religioso, ufficiali o non ufficiali, si adotta come titolo uniforme il loro titolo tradizionale, nella lingua originale, o in mancanza di un titolo tradizionale il titolo prevalente nelle edizioni, secondo le norme generali.

Catechismus Romanus
(catechismo ufficiale)
< Catechismus Romanus ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini
< Catechismus ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini
< Catechismus ex decreto Concilii Tridentini
< Catechismus ex decreto Concilii Tridentini ad parochos
< Catechismus Concilii Tridentini
< Catechismus ad parochos
< Catechismus <1566>
< Cathechismus <1566>
< Catechismo romano
< Catechismo tridentino
Catechismus Catholicae Ecclesiae
(catechismo ufficiale)
< Catechismus <1992>
< Catechismo della Chiesa cattolica
< Catechismo <1992>
Catechismus catholicus
(opera del cardinale Pietro Gasparri)
< Catechismo cattolico
Catechismo disposto secondo l’ordine delle idee
(catechismo non ufficiale di Antonio Rosmini)
< Catechismo
De nieuwe katechismus
< Il nuovo catechismo olandese
< Il catechismo olandese
Piccolo messale delle feste
(versione non ufficiale, di don Anselmo Tappi Cesarini, per l’uso dei fedeli)
Salterio quotidiano
(versione non ufficiale della Liturgia delle ore, di padre Paolino Beltrame Quattrocchi)

9.1.2.5. Costituzioni, codici, leggi e altri provvedimenti

Per le costituzioni, i codici, le leggi, i decreti e altri provvedimenti con valore di legge o testi analoghi si adotta come titolo uniforme il titolo tradizionale o convenzionale con cui sono generalmente citati, e di solito anche pubblicati, nella lingua originale. In mancanza di un titolo tradizionale o convenzionale si adotta il titolo prevalente nelle edizioni.

9.1.2.5 A. Per le costituzioni, i codici, le leggi e altri provvedimenti, statuti, consuetudini, etc., anteriori alla metà del XIX secolo, che siano comunemente identificati con un titolo tradizionale, si adotta questo come titolo uniforme, possibilmente nella lingua originale.

Basilika
< Basilicorum libri LX
< Basilica
< Vasiliká = Βασιλικά
< Basilici
< Libri basilici
Lex Salica
< Legge salica
Lex Romana Visigothorum
< Lex Romana Wisigothorum
< Breviarium Alaricianum
< Bréviaire d’Alaric
Magna Carta
< Magna Charta
Carta de logu
< Carta de logu d’Arborea
Leges novae Reipublicae Genuensis
(titolo con cui sono generalmente note e pubblicate le leggi del 1576)
< Leges nouae Reipublicae Genuensis
(titolo con la grafia usata nelle edizioni)
< Genuensis Reipublicae leges anni MDLXXVI
< Leggi nuove della Republica di Genova
< Leggi nuoue della Republica di Genoua
< Nuove leggi de la Republica di Genova
< Nuoue leggi de la Republica di Genoua
(titoli usati nelle traduzioni italiane)
< Leggi di Casale
(designazione d’uso corrente)
Code Napoléon
< Code civil des français
< Codice Napoleone

9.1.2.5 B. Se non esiste un titolo tradizionale consolidato si adotta come titolo uniforme il titolo prevalente nelle edizioni recenti. In mancanza di edizioni recenti si adotta il titolo prevalente nelle edizioni antiche (ma, per le varianti grafiche, vedi il par. 9.1.3.3).

Statuti di Figline
Statuti civili e criminali del loco di Loano
(titolo prevalente)
< Statuti civili e criminali del luogo di Loano
(variante del titolo)
Statuta, decreta, et ordines Marchionatus Finarii

9.1.2.5 C. In mancanza di un titolo che identifichi la legge o il provvedimento nelle pubblicazioni si adotta un titolo formulato in maniera uniforme con gli elementi d’identificazione essenziali, espressi per quanto possibile come figurano nel testo.

Editto del S. Officio di proibizione della Lettera miracolosa mandata da N. S. Gesù Cristo ad un fanciullo, 16 luglio 1703
(bando che reca come titolo soltanto Editto del S. Officio, mentre l’oggetto figura nel testo)
< Editto del S. Officio <16 luglio 1703>
Regolamento sui panni di seta, 9 dicembre 1721
(bando che reca in evidenza soltanto il nome dell’organo che ha emanato l’atto, nella forma: Presidente, e Magistrato della Seta per la Serenissima Republica di Genova)

9.1.2.5 D. Per costituzioni e codici dell’età contemporanea, leggi e decreti, regolamenti, etc., si adotta come titolo uniforme il titolo con cui sono generalmente citati e identificati, possibilmente nella lingua originale. Si fa rinvio dalla denominazione ufficiale, omettendo il giorno e il mese di promulgazione o emanazione se non sono necessari per l’identificazione del provvedimento.

In mancanza di un titolo con cui siano generalmente citati e identificati si adotta come titolo uniforme la denominazione ufficiale, con rinvio dal titolo compreso nella denominazione completa e da eventuali designazioni d’uso corrente.

Per le raccolte di leggi o altri provvedimenti vedi il par. 9.5.2.

Codice di procedura civile
Codice dei beni culturali e del paesaggio
< Decreto legislativo 2004 n. 42: Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137
Codice della strada <1992>
< Decreto legislativo 1992 n. 285: Nuovo Codice della strada < Nuovo Codice della strada
Codice della strada <1959>
< Decreto del Presidente della Repubblica 1959 n. 393: Testo unico delle norme sulla circolazione stradale
< Testo unico delle norme sulla circolazione stradale
< Testo unico delle norme sulla disciplina della circolazione stradale
Testo unico della Legge comunale e provinciale <1934>
< Legge comunale e provinciale <1934>
< Regio decreto 1934 n. 383: Approvazione del testo unico della Legge comunale e provinciale
Legge 1991 n. 125: Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro
< Azioni positive per la realizzazione della parità uomo-donna nel lavoro
< Legge sulle pari opportunità
(espressione spesso usata per indicare questa legge)
Legge 1997 n. 127: Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo
< Misure urgenti per lo snellimento dell’attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo
< Legge Bassanini
(espressione spesso usata per indicare questa legge)
Código penal <1995>
(codice penale spagnolo)
< Ley orgánica del Código penal
< Ley orgánica 10/1995
< Nuevo Código penal
< Il Codice penale spagnolo
(titolo della traduzione italiana)
Ley de educación <1970>
(legge spagnola)
Public Libraries and Museums Act 1964
(legge del Regno Unito, nella forma di citazione ufficiale)

9.1.2.6. Trattati e convenzioni internazionali

Per i trattati, i concordati, le convenzioni e gli accordi internazionali si adotta come titolo uniforme il titolo correntemente usato per identificarli, nella forma italiana se esiste. Si aggiunge se possibile, come qualificazione (par. 9.3), l’anno in cui sono stati firmati o approvati. Si fa rinvio dalle altre forme con cui sono conosciuti o pubblicati.

Pace di Nimega <1678-1679>
< Trattati di Nimega <1678-1679>
Trattato di Campoformio <1797>
< Trattato di Campoformido <1797>
Patti lateranensi <1929>
(la formulazione di titoli uniformi distinti per il Trattato e il Concordato è possibile, ma non opportuna per la stretta connessione tra i due testi)
< Trattato del Laterano <1929>
< Trattato tra la Santa Sede e l’Italia <1929>
< Concordato del Laterano <1929>
< Concordato tra la Santa Sede e l’Italia <1929>
Trattato di Roma <1957>
(trattato che ha dato vita alla CEE)
< Trattato istitutivo della Comunità economica europea <1957>
< Trattato che istituisce la Comunità economica europea <1957>
< Trattato della Comunità economica europea <1957>
< Traité instituant la Communauté économique européenne <1957>
Trattato di Roma <1957>. Protocolli
(protocolli aggiunti al trattato; per la forma del titolo uniforme vedi il par. 9.1.4.3)
Trattato di Maastricht <1992>
< Accordi di Maastricht <1992>
< Trattato dell’Unione europea <1992>
< Trattato sull’Unione europea <1992>
Trattato contro la proliferazione nucleare <1968>
< Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari <1968>
< Trattato di non proliferazione nucleare <1968>
< Treaty on the non-proliferation of nuclear weapons <1968>
< Nuclear nonproliferation treaty <1968>
< Traité sur la non-prolifération des armes nucléaires <1968>
Convenzione di Berna per la protezione delle opere letterarie e artistiche <1886>
< Convenzione di Berna sulla proprietà letteraria <1886>
< Convenzione di Berna <1886>
< Convention de Berne pour la protection des oeuvres littéraires et artistiques <1886>
< Convention de Berne <1886>
Convention on insider trading <1989>
(convenzione europea non identificata da un titolo italiano d’uso corrente)
< Convention sur les operations financières des initiés <1989>
Trattato di commercio concluso dalla serenissima Repubblica con sua maestà il Re di Danimarca <1756>
(trattato tra la Repubblica di Genova e il Regno di Danimarca, per il quale non c’è una designazione d’uso corrente)

9.1.2.7. Opere musicali

9.1.2.7 A. Per le opere musicali si adotta come titolo uniforme:

  1. il titolo con cui sono prevalentemente identificate, secondo le norme generali, se non ha carattere soltanto formale (par. 9.1.2.7 B), oppure
  2. un titolo uniforme convenzionale, formulato secondo le norme che seguono, se l’opera è identificata con un titolo che indica semplicemente la forma musicale, anche se accompagnata da altre specificazioni (mezzo d’esecuzione, numeri identificativi, appellativi, etc.) (par. 9.1.2.7 C), oppure
  3. per le composizioni vocali senza titolo o con titolo generico o formale l’incipit testuale (par. 9.1.2.7 H).

Si considerano titoli di carattere formale anche quelli che indicano una forma musicale liturgica o un accoppiamento usuale di due forme e quelli che includono diminutivi o vezzeggiativi o ulteriori specificazioni (p.es. Canzone a ballo, Canzone alla francese). Si trattano allo stesso modo le opere didattiche (metodi, raccolte di esercizi, etc.) con titoli semplicemente descrittivi.

Non sono compresi, invece, i titoli costituiti da un termine di forma qualificato da un aggettivo o altra espressione aggiunti dal compositore per attribuire all’opera un titolo particolare idoneo a identificarla o da un accoppiamento non usuale di forme. In caso di dubbio si tiene conto, in particolare, dell’epoca di composizione e della produzione complessiva dell’autore.

Concerto in do minore per pianoforte e orchestra op. 37
Sonatina no. 1 in F major
Symphonie Nr. 1 D-Dur
Messe in h-Moll, BWV 232
Streichquartett op. 3
Preludio e fuga in re maggiore
Il quarto libro de’ madrigali a cinque voci
Metodo per pianoforte
(titoli che indicano semplicemente la forma musicale, con l’eventuale aggiunta di altri elementi)
ma
Piccola suite
(composizione di Giacomo Manzoni con un titolo che non si considera formale, come i successivi)
Capriccio italien
(composizione di Čajkovskij)
Concert champêtre
(composizione di Francis Poulenc)
Barcarola et scherzo
(composizione di Alfredo Casella, con un accoppiamento di forme non usuale)

9.1.2.7 B. Per le opere musicali con titolo non formale si adotta come titolo uniforme, secondo le norme generali, il titolo con cui sono prevalentemente identificate, nella lingua originale. Si preferisce di norma il titolo originale attribuito dall’autore, tranne quando esiste un titolo tradizionale generalmente adottato[4]. Si aggiunge al titolo il numero del catalogo tematico, se esiste, separato da una virgola e preceduto dalla sigla in uso per citarlo.

Per gli appellativi comunemente usati per fare riferimento a un’opera musicale sulla base del suo carattere (o occasione, destinazione, etc.), ma che non si adottano per il titolo uniforme, vedi il par. 9.1.2.7 I.

Gradus ad Parnassum
(opera di Muzio Clementi)
Nina, o sia La pazza per amore, R 178
(titolo adottato nei repertori specializzati e nelle edizioni recenti, seguito dal numero del catalogo tematico)
< Nina pazza per amore, R 178
< La pazza per amore, R 178
Die Entführung aus dem Serail, KV 384
< Il ratto dal serraglio, KV 384
< Il ratto del serraglio, KV 384
< L’enlèvement au sérail, KV 384
< The abduction from the Seraglio, KV 384
Guillaume Tell
(titolo della versione originale, in francese, dell’opera di Rossini)
< Guglielmo Tell
Nabucco
(titolo con cui è generalmente identificata l’opera di Verdi)
< Nabucodonosor
(titolo originale)
Don Giovanni, KV 527
(titolo con cui è generalmente identificata l’opera di Mozart, seguito dal numero del catalogo tematico)
< Il dissoluto punito, ossia Il Don Giovanni, KV 527
(titolo originale)
< Don Juan, KV 527
Il viaggio a Reims
(titolo adottato nei repertori specializzati e nella maggior parte delle edizioni)
< Il viaggio a Reims, ossia L’albergo del Giglio d’oro
(titolo comprensivo di un titolo alternativo, usato in alcune edizioni)

9.1.2.7 C. Per le opere musicali identificate con titoli che indicano semplicemente la forma musicale si formula un titolo uniforme costituito dal termine (o dalla coppia di termini) che indica la forma musicale o liturgica, seguito dalle indicazioni del mezzo d’esecuzione, dei numeri identificativi e della tonalità o modo, se applicabili, in quest’ordine, separati da virgole (vedi i punti successivi).

La forma musicale si indica in termini normalizzati[5]. Si usa il plurale, però, quando si applica anche a una singola composizione (p.es. Variazioni) e per le raccolte (par. 9.5).

Per le composizioni liturgiche vedi il par. 9.1.2.7 G.

Concerto, pianoforte, orchestra, n. 23, KV 488, la maggiore
Valzer, pianoforte, op. 34 n. 2, la minore
Suite, violoncello, pianoforte, op. 20

9.1.2.7 D. L’indicazione del mezzo d’esecuzione specifica in maniera sintetica l’organico vocale e/o strumentale per il quale la composizione è stata originariamente concepita. Si indicano le voci e gli strumenti solisti o le famiglie di strumenti, eventualmente preceduti dal numero in cifre arabe, oppure il numero complessivo di voci e di strumenti, nel seguente ordine, e all’interno di ciascun gruppo dal registro più acuto al più grave: voci soliste, complessi vocali, legni, ottoni, archi, strumenti a corde pizzicate, strumenti a tastiera, strumenti a percussione, basso continuo, complessi strumentali. L’indicazione del mezzo d’esecuzione si omette se è implicita, in quanto tipica della forma musicale (p.es. l’orchestra per le sinfonie), o se l’organico non è stato precisato, è variabile o particolarmente complesso.

Duetto, soprano, contralto, basso continuo
Quartetto, archi
Quartetto, violino, viola, violoncello, pianoforte
Studi giornalieri, oboe

9.1.2.7 E. Si indicano di seguito gli elementi d’identificazione numerici, in cifre arabe e in quest’ordine:

  1. il numero d’ordine, preceduto dall’abbreviazione n., se è usato comunemente nelle edizioni o se non esistono altri numeri identificativi, oppure la numerazione di libri che raccolgono composizioni dello stesso genere;
  2. il numero di catalogo tematico, se esiste, preceduto dalla sigla con la quale il catalogo stesso è generalmente citato;
  3. il numero d’opera, preceduto dall’abbreviazione op., se non esiste un numero di catalogo tematico.

Numeri d’identificazione non inclusi nel titolo uniforme possono essere registrati, quando opportuno, in titoli di rinvio, oltre che in una registrazione di autorità.

Metodo, violino, op. 6
Madrigali, 5 voci, libro 1

9.1.2.7 F. Si indica infine, per la musica strumentale e le composizioni liturgiche, la tonalità: grado della scala (do, re, mi, fa, sol, la, si), eventuale alterazione (bemolle, diesis) e modo (maggiore o minore). Non si usano abbreviazioni o simboli.

La tonalità non si indica per opere liriche, oratori, cantate o composizioni non tonali.

Sinfonia, n. 5, do diesis minore
Trio, flauto, violino, pianoforte, op. 69, la maggiore
Quintetto, 2 violini, viola, 2 violoncelli, G 265, la maggiore
Quintetto, 2 violini, 2 viole, violoncello, G 391, do maggiore
(quintetti d’archi di Boccherini, con organici differenti)
Settimino, tromba, 5 archi, pianoforte, op. 65, mi bemolle maggiore

9.1.2.7 G. Per le messe e le altre composizioni liturgiche il titolo uniforme è costituito di norma dal termine che indica la forma liturgica, seguito dalle indicazioni del mezzo d’esecuzione, dei numeri identificativi e della tonalità o modo, se applicabili, come specificato nei par. 9.1.2.7 C-F. Per le messe non complete o messe brevi al termine Messa si fa seguire l’indicazione delle sezioni, precedute da un punto e separate da virgole; si danno però in forma diretta le composizioni costituite da una sola sezione. Al termine che indica la forma si può aggiungere l’indicazione dell’occasione liturgica, della festività, etc., anch’essa in termini normalizzati.

Per le composizioni su versetti (inni, salmi, etc.) si adotta come titolo uniforme l’incipit testuale.

Per gli appellativi con cui sono conosciute alcune opere di questo genere vedi il par. 9.1.2.7 I.

Messa, 5 voci, coro, orchestra, BWV 232, si minore
Messa di Requiem, 4 voci, coro, orchestra
< Messa da Requiem, 4 voci, coro, orchestra
< Requiem, 4 voci, coro, orchestra
Messa. Kyrie, Gloria, 4 voci, coro, orchestra, BWV 234, la maggiore
Gloria, 3 voci, coro, orchestra, RV 589, re maggiore
(l’opera di Vivaldi è costituita da un’unica sezione della messa)
Litanie del Sacro Cuore, tenore, basso, organo
Messa. Proprio di san Giovanni Battista, 5 voci, coro
Qui sedes, soprano, organo, fa maggiore
Beata Mater, soprano o tenore, organo o harmonium, op. 22
(si indicano le voci e gli strumenti previsti in alternativa)

9.1.2.7 H. Per le opere vocali senza titolo o con titolo generico, formale o relativo all’occasione (circostanza, dedicatario, etc.), p.es. cantate e altre brevi composizioni profane, si adotta come titolo uniforme l’incipit testuale. Si aggiunge il numero del catalogo tematico, se esiste, separato da una virgola.

Ein feste Burg ist unser Gott, BWV 80
< Cantate am Reformations Feste, BWV 80
(titolo generico che indica soltanto la circostanza della composizione)

9.1.2.7 I. L’appellativo è un’espressione (aggettivo, motto, dedica, etc., spesso uniti a termini di forma) usata comunemente per fare riferimento a un’opera musicale, sulla base del suo carattere, occasione o destinazione: p.es. Sonata patetica (o Patetica), Sinfonia italiana, Concerto per la notte di Natale, Missa Papae Marcelli. Non sono compresi i titoli programmatici, attribuiti dall’autore: p.es. Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo (di Bach) o Symphonie fantastique (di Berlioz).

Gli appellativi si aggiungono al termine del titolo uniforme, tra parentesi uncinate, solo quando sono necessari per distinguere opere per le quali sono insufficienti gli altri elementi compresi nel titolo uniforme stesso. Si preferisce la forma dell’appellativo usata nei repertori specializzati.

Dagli appellativi si fa rinvio quando possono costituire un accesso utile per la ricerca.

Messa, 4 voci <L’homme armé>
< Messa L’homme armé
< Missa L’homme armé
< L’homme armé
Messa, 4 voci <Ave regina caelorum>
< Messa Ave regina caelorum
< Missa Ave regina caelorum
< Ave regina caelorum
(opere di Guillaume Dufay, che ha composto varie messe a quattro voci)
Messa, 6 voci <Papae Marcelli>
< Missa Papae Marcelli
< Messa di papa Marcello
Messa, 6 voci <De Beata Virgine>
< Missa de Beata Virgine
< De Beata Virgine
(opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina)
ma
Sinfonia, n. 1, op. 25, re maggiore
(numero d’ordine e d’opera sono sufficienti a identificare l’opera di Prokof’ev)
< Sinfonia classica
Sonata, pianoforte, n. 14, op. 27 n. 2, do diesis minore
< Sonata quasi una fantasia, op. 27 n. 2
< Quasi una fantasia, op. 27 n. 2
< Chiaro di luna, op. 27 n. 2
< Al chiaro di luna, op. 27 n. 2
< Mondschein Sonate, op. 27 n. 2
< Moonlight sonata, op. 27 n. 2
Messa, 4 voci, coro, orchestra, op. 123, re maggiore
< Missa solemnis, op. 123
Sonata, violino, basso continuo, B g5, sol minore
< Il trillo del diavolo, B g5
< Sonata del diavolo, B g5

9.1.2.7 J. Le raccolte di opere di un autore comunemente note con un titolo tradizionale o pubblicate dallo stesso autore come un’opera particolare si trattano come opere singole (cfr. il par. 9.5.1 D).

Per le parti di opere unitarie pubblicate autonomamente vedi il par. 9.1.4.1; per le opere indipendenti che appartengono a cicli o altri insiemi vedi il par. 9.1.4.4.

Winterreise, D 911
(ciclo di Lieder di Franz Schubert)
< Viaggio d’inverno, D 911
< Voyage d’hiver, D 911
< The winter journey, D 911
Brandenburgische Konzerte, BWV 1046-1051
(la raccolta di concerti di Johann Sebastian Bach è generalmente identificata con questo titolo tradizionale)
< Concerti brandeburghesi, BWV 1046-1051
< Brandenburg concertos, BWV 1046-1051
< Concerts à plusieurs instruments, BWV 1046-1051
< Six concerts à plusieurs instruments, BWV 1046-1051
< Die sechs Brandenburgischen Konzerte, BWV 1046-1051

9.1.2.7 K. Per le opere basate su composizioni o temi preesistenti (fantasie, parafrasi, variazioni, etc.), che si considerano opere nuove (par. 11.7):

  1. se hanno un titolo particolare, o si basano su più opere o fanno riferimento genericamente alla produzione di un autore, si adotta come titolo uniforme il titolo con cui sono prevalentemente identificate, secondo le norme generali (par. 9.1.2.7 B);
  2. Valse à capriccio sur deux motifs de Lucia et Parisina, R 155
    (titolo dell’opera nel catalogo tematico di Liszt)
    Pot pourri variato per piano forte sopra vari migliori motivi delle più recenti opere di Rossini
    Variazioni sopra un tema di Paganini in sib min, op. 1
    (l’indicazione della tonalità si presenta in forma abbreviata nel titolo)
  3. se hanno un titolo generico, che indica la forma e la composizione a cui si riferiscono, o presentano soltanto il titolo di quest’ultima, si formula un titolo uniforme costituito dal termine di forma (o indicativo del tipo di adattamento) seguito dai due punti e da quello della composizione originale, accompagnato dal nome del suo autore. In mancanza di un termine di forma accettato si usa preferibilmente il termine Parafrasi. Per gli altri elementi del titolo uniforme si seguono le norme dei par. 9.1.2.7 C-F.

Per le trascrizioni, gli arrangiamenti e le riduzioni o elaborazioni assimilabili a trascrizioni, che si considerano espressioni diverse della stessa opera (par. 10.5), vedi il par. 9.4.1.

Variazioni: Nel cor più non mi sento di Paisiello, contrabbasso, pianoforte, op. 23
< Nel cor più non mi sento
Fantasia: Un ballo in maschera di Verdi, pianoforte a 4 mani, op. 8
< Fantasia su Un ballo in maschera, op. 8
< Pensieri sull’opera Un ballo in maschera di G. Verdi
Divertimento: Rigoletto di Verdi, pianoforte a 4 mani
< Divertimento sul Rigoletto

Note

  1. Per le opere medievali di paternità ignota o incerta nelle lingue europee (i cosiddetti “classici anonimi”) si raccomanda di attenersi come guida a International Federation of Library Associations and Institutions, Anonymous classics : a list of uniform headings for European literatures, 2nd ed. revised by the Working Group set up by the IFLA Standing Committee of the Section on Cataloguing, 2004, e ai suoi aggiornamenti o edizioni successive.
  2. Per le opere liturgiche ufficiali dei riti latini della Chiesa cattolica, dal Concilio di Trento in poi, si raccomanda la consultazione di International Federation of Library Associations and Institutions, List of uniform titles for liturgical works of the Latin rites of the Catholic Church, recommended by the Working Group on Uniform Headings for Liturgical Works, 2nd ed. revised, London : IFLA International Office for UBC, 1981, disponibile anche nel sito dell’IFLA e in una traduzione francese aggiornata col testo originale a fronte: Liste des titres uniformes pour les livres liturgiques des rites latins de l’Église catholique : recommandations du Groupe de travail sur les vedettes titres uniformes pour les livres liturgiques, traduction française et mise à jour de la 2de édition anglaise, Paris : Bibliothèque nationale de France, 2001 (disponibile anche nel sito della BnF), e ai loro aggiornamenti o edizioni successive. Per maggiori informazioni sulle opere liturgiche cattoliche cfr. anche ACOLIT, Vol. 3: Opere liturgiche, Milano : Editrice bibliografica, 2004.
  3. Negli esempi dei punti A e B, per chiarezza, i titoli sono sempre accompagnati dalle relative intestazioni principali (cfr. il par. 17.4.0.2). Per le qualificazioni che figurano in alcuni esempi vedi il par. 9.3.
  4. Per individuare il titolo con cui un’opera è stata originariamente pubblicata e le sue varianti più usate si raccomanda la consultazione del catalogo tematico dell’autore, se esiste, o di repertori specializzati che riportino analogamente il catalogo delle opere di ciascun compositore.
  5. Se si preferisce i termini di forma si possono formulare al plurale (cioè nella stessa forma usata per le raccolte), secondo la tradizione prevalente a livello internazionale. Si usa comunque il singolare per i termini di agogica (Adagio, etc.) e per quelli che indicano libri liturgici (Antifonario, Graduale, etc.).