Norme comuni/Prefazione

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La catalogazione partecipata: principi e regole per la cooperazione
Il titolo di questa voce non è corretto per via delle caratteristiche del software MediaWiki. Il titolo corretto è Norme per il trattamento di informazioni e dati comuni a tutte le tipologie di materiale.

Prefazione

La nuova normativa per la catalogazione in SBN è stata elaborata in un contesto profondamente mutato sia per quanto riguarda gli standard internazionali e il codice nazionale, sia con riferimento alle nuove e più flessibili modalità di adesione al Servizio Bibliotecario Nazionale, che consentono di svolgere l’attività di catalogazione partecipata con livelli di completezza differenti e definiti.

Nell’ambito della descrizione delle risorse e dell’organizzazione dell’informazione bibliografica le novità di maggior rilievo nel panorama internazionale sono state:

  • l’introduzione di nuovi dati che, nel loro insieme e con maggiore dettaglio, sostituiscono e completano la “general material designation” dell’ISBD e il campo “tipo record” previsto da UNIMARC.[1] Le novità introdotte dallo standard internazionale di descrizione bibliografica sono state accolte in modo definitivo nell’UNIMARC;
  • l’accoglimento dei Functional Requirements for Bibliographic Records (FRBR)[2] che ha comportato un ampio lavoro di analisi e di approfondimento sia nell’elaborazione normativa delle Resource Description and Access (RDA)[3], sia nell’adeguamento dei formati MARC21[4] e UNIMARC, ancora in corso.

Non meno rilevante risulta l’attenzione posta in ambito internazionale alla catalogazione delle voci di autorità per le diverse funzioni che rivestono in quanto elementi informativi, strumenti di organizzazione del catalogo e di scambio e di reindirizzamento nella prospettiva di realizzare il web dei dati in modalità Linked Open Data (LOD)[5].

La catalogazione in SBN, fondata da sempre su una logica relazionale e quindi tradizionalmente più vicina a FRBR che non al formato sequenziale del MARC, acquisisce oggi alcune informazioni relative all’espressione, come livello intermedio tra l’opera (natura A) e la manifestazione (record bibliografico relativo alla risorsa), mentre le informazioni relative all’esemplare continuano a essere gestite esclusivamente sulle basi dati locali, non essendo informazioni condivise.

Tra le due possibilità ammesse da UNIMARC per fornire le informazioni relative al contenuto dell’espressione e al tipo di mediazione della risorsa, introdotte dall’ISBD, edizione consolidata[6] nell’area 0, – in forma codificata con le etichette 181 e 182, o in forma descrittiva con l’etichetta 203 – si è adottata per SBN la forma codificata, più idonea ad una gestione controllata delle informazioni anche sui dati pregressi. In conformità con UNIMARC, si è aggiunto il trattamento in forma codificata dei dati relativi al supporto (etichetta 183), non previsti dallo standard ISBD se non nell’area della descrizione fisica.

Assegnando alla notizia con natura “A” il ruolo di titolo dell’opera, destinato a raggruppare le diverse espressioni e manifestazioni, si è posta la duplice esigenza di completare le informazioni relative all’opera (datazione, lingua, repertori) e di facilitarne l’individuazione attraverso la gestione di forme di rinvio; attualmente è in fase di realizzazione, prevista entro il 2016.

Ugualmente saranno adeguati per la stessa scadenza gli altri authority file relativi ai Nomi e ai Luoghi.

Molte di queste modifiche e altre non meno impegnative dal punto di vista della cooperazione catalografica si sono rese possibili soltanto a seguito della dismissione, nel novembre del 2013, del protocollo SBN, il cui mantenimento imponeva forti vincoli di compatibilità tra una gestione più “tradizionale” delle informazioni bibliografiche e una quantità maggiore di dati trattati dal nuovo protocollo SBNMARC. Si ricorda in particolare la distinzione tra gli archivi titoli del Libro Moderno e del Libro Antico, che, pur essendo stata superata nell’Indice a partire dal 2004, era ancora effettiva sulle basi dati locali e non consentiva la gestione di informazioni relative ai materiali “speciali” (musica, grafica e cartografia) per il materiale edito prima del 1831. Venuta meno, con l’adeguamento di tutti i Poli al nuovo protocollo SBNMARC, la distinzione fisica tra i due archivi, i controlli di coerenza si sono incentrati sulla data di pubblicazione relativamente alle peculiarità del materiale antico o moderno, mentre la presenza/assenza di informazioni relative ai materiali “speciali” continua a essere controllata dall’informazione sulla “specificità catalografica” (tipo_materiale) dichiarata dal catalogatore come metadato o, se si preferisce, come informazione di servizio relativa non alla risorsa ma alla catalogazione della risorsa.

La nuova flessibilità di SBN, che non investe soltanto le “azioni” abilitate ai Poli, ma si spinge fino alla differenziazione dei messaggi di risposta che l’Indice invia tarandoli sul profilo del Polo richiedente, impone una particolare attenzione al rispetto delle regole della cooperazione, sotto il duplice profilo della prassi catalografica da parte dei bibliotecari e della corretta implementazione del protocollo SBNMARC da parte di chi realizza il modulo di colloquio con l’Indice. I più recenti sviluppi nell’ambito della catalogazione in SBN hanno posto il problema, finora non emerso, della compatibilità tra versioni diverse del protocollo di colloquio. Infatti, se fino ad oggi l’informazione sulla “specificità catalografica”, risultava sufficiente a tutelare i record dal rischio di perdita di informazioni dovuta ad interventi correttivi da parte di chi non gestiva i ‘dati specifici’, la nuova gestione di un maggior numero di dati “comuni”, previsti dalla normativa per qualsiasi tipo di risorsa, impone un utilizzo più rigoroso dell’informazione relativa alla versione di protocollo dichiarata.

La concorrenza di tante nuove condizioni ha suggerito una nuova impostazione della normativa per SBN.

Nella sempre più vasta tipologia di risorse che le biblioteche mettono a disposizione degli utenti, e di conseguenza per la più ampia normativa da presentare, si è ritenuto opportuno, ai fini di una maggiore chiarezza, efficienza ed “economicità” di lavoro, distinguere tra “parti comuni” e “parti specifiche” della Guida, in modo che le informazioni non siano ridondanti.

Nella parte generale, Norme per il trattamento di informazioni e dati comuni a tutte le tipologie di materiale, sono affrontati gli argomenti che interessano la catalogazione di qualsiasi documento: codici, voci di autorità, collegamenti. Si è giudicato inoltre opportuno completare la parte generale con altri strumenti di supporto: glossario, appendice sui dati, documentazione tecnica, etc.

Per la descrizione bibliografica, invece, non è stato redatto un solo manuale, sul modello dell’ISBD consolidated ed., ma singole Guide, che conterranno anche i dati codificati specifici della tipologia di materiale trattata.

Note

  1. IFLA, UNIMARC formats and related documentation.
  2. IFLA, Requisiti funzionali per record bibliografici. Rapporto conclusivo, Roma, ICCU, 2000.
  3. Resource Description and Access Toolkit.
  4. Library of Congress, MARC21 Format for Bibliographic Data.
  5. W3C, Standards for Semantic Web.
  6. IFLA, ISBD. International Standard Bibliographic Description. Edizione consolidata. Edizione italiana a cura dell’ICCU, Roma, ICCU, 2012.