Guida antico/Appendici/Appendice A/Definizioni e uso

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Regole per il rilevamento
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Definizioni e uso

L’impronta è un sistema di identificazione per le risorse monografiche antiche ed è considerato come sostituto del numero standard (vedi Norme, cit. - Identificatori della risorsa).

Essa consiste in 4 gruppi di 4 caratteri alfanumerici, rilevati da una serie di punti prestabiliti nel testo della risorsa, completati da un suffisso che indica la carta dalla quale sono stati rilevati gli ultimi due gruppi di caratteri e dalla data, seguita da un suffisso che indica la forma in cui essa è espressa sulla risorsa.

Nel caso in cui un’edizione presenti varianti (vedi Varianti) o sia costituita da più parti (vedi Risorse monografiche in più parti), verranno registrate più impronte, collegate alla stessa notizia bibliografica, indicando nella nota la variante o la parte cui si riferiscono.

Nella nota all’impronta si riportano, inoltre, precisazioni sui caratteri e sulla data (p.es. caratteri non trascrivibili, data errata, data falsa, etc.).

amos note s:ti diti (3) 1712 (A)
In nota all’impronta: Variante B
a-o: a.o. a.o- reSa (3) 1549 (R)
In nota all’impronta: Data falsa
*-n- n-om osoa a-e- (C) 1583 (A)
In nota all’impronta: * per il dittongo œ

Per le risorse monografiche antiche in più unità che sono trattate con il metodo della catalogazione a più livelli, l’impronta è registrata al livello della singola unità.

In presenza di frontespizio d’insieme seguito da carte preliminari e che precede un frontespizio particolare, si indica in area 7 la consistenza delle carte preliminari, e si registra a livello generale la relativa impronta (vedi Risorse monografiche in più unità).