Norme musica non pubblicata/Introduzione/0.3/0.3.1
0.3.2 Applicazione del modello LRM alla distribuzione di risorse musicali in formato elettronico | ► |
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0.3.1 Library Reference Model (IFLA LRM)
Il modello concettuale IFLA Library Reference Model: a conceptual model for bibliographic information (IFLA LRM, approvato dal Committee on Standards il 3 agosto 2017 e adottato dal Governing Board il 18 agosto) definisce manifestazione “Un insieme di tutti i supporti che si presume condividano le stesse caratteristiche quanto a contenuto intellettuale e artistico e aspetto della forma fisica. Tale insieme è definito sia dal contenuto complessivo sia dal piano produttivo per il suo supporto o supporti” (cfr. LRM 4.1.3, Table 4.2 LRM-E4),[1] evidenziando il fatto che il piano produttivo può prevedere la creazione di un singolo supporto, con ciò estendendo il concetto di manifestazione di FRBR alle risorse non pubblicate, e quindi definisce esemplare “Un oggetto o oggetti che recano segni atti a convogliare contenuto intellettuale o artistico” (cfr. LRM 4.1.3, Table 4.2 LRM-E5).[2]
Nelle note di scopo si chiarisce che:
- “In termini di contenuto intellettuale o artistico un esemplare che rappresenta una manifestazione riflette normalmente tutte le caratteristiche che definiscono la manifestazione stessa. Un esemplare è in molti casi un singolo oggetto fisico, ma in altri casi un esemplare può consistere di multipli pezzi o oggetti fisici. Un esemplare può essere parte di uno oggetto fisico più ampio, per esempio, quando un file è registrato in un disco che contiene anche altri file, la porzione del disco che conserva il file è il supporto fisico o esemplare.”[3]
Per quanto riguarda le risorse non pubblicate, il modello chiarisce ulteriormente la distinzione tra manifestazione ed esemplare per le risorse non pubblicate nelle note di scopo all’entità manifestazione (cfr. LRM 4.1.3, Table 4.2 LRM-E4):
- “In altri casi, come per i manoscritti olografi, molte produzioni artigianali o artistiche o riproduzioni a scopo di conservazione, l’intenzione è che il processo produttivo risulti in un singolo, unico esemplare. La manifestazione in questo caso è un insieme singoletto (un insieme contenente un singolo elemento) che cattura l’idea dell’esemplare in questione. [...]
- “Cambiamenti che accadono a un singolo esemplare dopo che il processo produttivo è compiuto (danni, logoramento, la perdita di una pagina, riparazioni, rilegatura in più volumi, etc.) non si considerano risultare in una nuova manifestazione. L’esemplare si considera semplicemente una copia della manifestazione che non rispetta più pienamente il piano produttivo originale.”[4]
Per le risorse non pubblicate si possono dunque considerare elementi della manifestazione tutti quelli che sono stati concepiti nella fase produttiva della risorsa, mentre tutte le modificazioni successive si possono far risalire all’esemplare.
Un insieme di parti, prodotto e concepito come tale all’origine, costituisce perciò una manifestazione e va descritto unitariamente, come già previsto, pur in un contesto diverso, dalla Guida alla descrizione uniforme dei manoscritti e al loro censimento (cfr. Guida, Appendice II, p. 109):
- “Per i manoscritti musicali occorre definire in modo univoco cosa si intende per unità catalografica.
- “Poiché non si può prescindere dalla funzione cui è destinato il materiale librario musicale, cioè l’esecuzione, per tradizione tutte le parti apprestate per una determinata esecuzione di una composizione sono state considerate come materiale unitario, se disposte in un contenitore, o legate insieme, o almeno contigue nella collocazione in biblioteca, con segnatura uguale o in successione. L’esigenza di descrizione catalografica di ciascuna entità fisica componente questo insieme omogeneo è pari alla necessità di collegarle fra loro per conservarne l’unità originaria.
- “Ci si riferisce in particolare al caso delle parti staccate: ogni fascicolo contiene normalmente solo la musica destinata a un singolo esecutore nell’ambito di un insieme: la composizione nella sua unità è il risultato dell’esecuzione simultanea di tutte le parti. Anche nel caso che ci si trovi in presenza della partitura – cioè del documento in cui è scritta l’intera composizione con tutte le parti sovrapposte in modo da permetterne la lettura simultanea da parte di una sola persona – e delle parti, tutto il materiale è da considerarsi unità catalografica.”
Attualizzando la definizione si può dire che per esemplare, nell’ambito delle risorse musicali non pubblicate, si intende l’unità catalografica, cioè ogni singolo oggetto materiale approntato per l’esecuzione di una determinata composizione. Può essere composto da più unità fisiche, disposte in un contenitore o legate insieme, o anche sparse in una o più biblioteche, o, per le risorse elettroniche, in un’unica cartella o in cartelle o file logicamente connessi.
L’esigenza di descrizione di ciascuna unità componente questo insieme omogeneo è subordinata rispetto alla necessità di collegarle fra loro per conservarne l’unità originaria. Ci si riferisce in particolare al caso delle parti staccate, in cui ogni fascicolo o file contiene normalmente solo la musica destinata a un singolo esecutore nell’ambito di un complesso: la composizione nella sua unità è il risultato dell’esecuzione simultanea di tutte le parti. Anche nel caso che ci si trovi in presenza della partitura – cioè del documento in cui è scritta l’intera composizione con tutte le parti sovrapposte in modo da permetterne la lettura simultanea da parte di una sola persona – e delle parti, tutto il materiale è da considerarsi un solo esemplare.
Le considerazioni offerte dal modello LRM sull’importanza di definire manifestazione ciò che corrisponde a un piano produttivo permettono anche di ricostruire risorse che in tempi successivi sono state smembrate, e quindi che in presenza di frammenti contenenti uno o più brani di una stessa composizione, con caratteristiche fisiche identiche o molto simili, tutti della stessa mano o prodotti dalla stessa agenzia, collocati insieme, in sequenza, oppure con diverse collocazioni, ma raggruppabili anche idealmente o virtualmente in seguito a un’attenta ricognizione di un fondo, si può interpretare l’insieme come una manifestazione, anche se non è possibile operare una scollocazione e ricollocazione.
Si può ricostruire virtualmente l’unità catalografica di una risorsa, per qualsiasi motivo smembrata, collegando più numeri d’inventario e collocazioni a una singola descrizione bibliografica, o ricorrendo alla descrizione a più livelli, analogamente ai manoscritti compositi.
Di converso, duplicati o parti orchestrali o corali aggiunti posteriormente a quelle già presenti o allegati a una partitura (pubblicata o manoscritta) e ricavati da questa in una fase successiva possono essere descritti come attributi dell’esemplare.
Del pari, annotazioni apposte a risorse non pubblicate dopo che ne è stata ultimata la produzione, così come note di possesso, andrebbero di regola considerate attributi dell’esemplare e non incluse nella descrizione della manifestazione.
Nelle note di scopo alla manifestazione, infine, il modello LRM stabilisce anche che (cfr. LRM 4.1.3, Table 4.2 LRM-E4):
- “Tuttavia, quando molteplici esemplari da diverse manifestazioni sono fisicamente combinati o uniti (libri o opuscoli legati insieme, nastri audio giuntati, etc.) il risultato è una nuova manifestazione singoletta.”[5]
Tale definizione è perfettamente compatibile con quella di composito, includendo non solo aggregati di risorse non pubblicate, ma anche di risorse pubblicate o miste.
Si possono anche considerare tali, e quindi descrivere in una singola registrazione, frammenti contenenti diversi brani della stessa composizione, evidentemente appartenenti a fonti diverse, ma reciprocamente integrantisi, e già da tempo raggruppati insieme e dotati di un unico contenitore e titolo appropriato.
In quanto al collegamento tra singoli esemplari pubblicati e la manifestazione singoletta in cui si trovano aggregati, questi vanno ovviamente collegati solo a livello locale, di esemplare, non a livello di descrizione bibliografica.
Il concetto di manifestazione singoletta può essere esteso al frutto dell’opera di un soggetto produttore, e quindi applicato a un fondo, una collezione o una serie archivistica, che è possibile descrivere come unità, opportunamente collegando a essa tutte le risorse pubblicate o non pubblicate che ne fanno parte.
Note
- ↑ “A set of all carriers that are assumed to share the same characteristics as to intellectual or artistic content and aspects of physical form. That set is defined by both the overall content and the production plan for its carrier or carriers”.
- ↑ “An object or objects carrying signs intended to convey intellectual or artistic content”.
- ↑ “In terms of intellectual or artistic content and physical form, an item exemplifying a manifestation normally reflects all the characteristics that define the manifestation itself. An item is in many instances a single physical object, but in other cases an item may consist of multiple physical pieces or objects. An item may be a part of a larger physical object, for example, when a file is stored on a disc which also contains other files, the portion of the disc holding the file is the physical carrier or item”.
- ↑ “In other cases, such as for holograph manuscripts, many artisanal or artisticproductions or reproductions for preservation purposes, the intention is that the production process result in a single, unique item. The manifestation in this case is the singleton set (a set with a single member) that captures the idea of the item in question. [...] Changes that occur to an individual item after the production process is complete (damage, wear and tear, the loss of a page, repairs, rebinding into multiple volumes, etc.) are not considered to result in a new manifestation. That item is simply considered to be an exemplar of the manifestation that no longer fully reflects the original production plan”.
- ↑ “However, when multiple items from different manifestations are physically combined or joined (books or pamphlets bound together, audio tapes spliced together, etc.) the result is a new singleton manifestation”.