Guida antico/Appendici/Appendice A/Guida pratica: differenze tra le versioni

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:'''{{Ancora|3.4.b.2}}''' Se la data non figura sul frontespizio o nel colophon si indicherà in numeri arabi, seguiti dalla lettera Q, la data riportata in descrizione; in presenza di più date si riporta la prima.
  
 
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Versione delle 14:13, 27 mag 2022

Home > Guida antico > Appendici > Appendice A > Guida pratica
2 Regole generali 4 Regole per manifesti e fogli stampati da una sola parte
Il titolo di questa voce non è corretto per via delle caratteristiche del software MediaWiki. Il titolo corretto è Guida alla catalogazione in SBN – Materiale antico.

3 Guida pratica e casi particolari

3.1 Scelta dei caratteri

3.1.a Non si tiene conto:

3.1.a.1 degli spazi fra le parole o fra le lettere;
3.1.a.2 delle lettere, ornate o no, che si estendono accanto a due o più righe tipografiche;
3.1.a.3 delle lettere di guida;
3.1.a.4 di una parola o di un gruppo di parole poste accanto a più righe tipografiche in modo che sia chiaro che si riferiscono a tali righe. In questo caso si utilizzeranno i caratteri contenuti nelle righe.

3.1.b I caratteri da utilizzarsi nel rilevamento dell’impronta devono far parte di un insieme tipografico ben definito. Per l’Europa occidentale questo insieme si compone di:

3.1.b.1 numeri: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0
3.1.b.2 segni di punteggiatura : - . , ; : ' ( ) [ ] " ! ?
3.1.b.2.a qualsiasi forma di virgoletta semplice deve essere trascritta: ' ; qualsiasi forma di virgoletta doppia deve essere trascritta: "
3.1.b.3 il nesso: &
3.1.b.4 le lettere maiuscole e minuscole dell’alfabeto latino. La rilevazione degli accenti o di segni soprascritti o sottoscritti è esclusa.

3.1.c Si adopererà l’asterisco per i caratteri diversi da quelli enumerati sopra, comprese tutte le forme del piè di mosca e della mano.

3.1.d Tuttavia:

3.1.d.1 Le forme antiche di punteggiatura per la virgola e per il trattino, o per il tratto più lungo, si trascriveranno come una virgola ed un tratto moderni.
3.1.d.2.a Tutte le forme del nesso et saranno registrate come & (cfr. Esempi per la trascrizione dei caratteri).
3.1.d.2.b Le forme rovesciate del punto esclamativo e del punto interrogativo si trascrivono come se fossero normali (cfr. Esempi per la trascrizione dei caratteri).
3.1.d.3 I caratteri dell’alfabeto latino costituiti da legature tipografiche vanno trattati come se fossero formati da lettere separate. Fanno eccezione i dittonghi œ æ Œ Æ che devono essere sostituiti da un asterisco.
3.1.d.4 Le abbreviazioni verranno trattate in due diverse maniere:
3.1.d.4.a quelle che appaiono costituite da una lettera modificata da un accento, da altra lettera o segno diacritico, ma sono riconoscibili, verranno rilevate sotto la forma della lettera semplice: p.es. q̃ sarà registrata q (cfr. Esempi per la trascrizione dei caratteri).
3.1.d.4.b tutte le altre saranno rappresentate da un asterisco.
3.1.d.5 L’asterisco rappresenterà anche ogni carattere presente ma non leggibile.

3.1.e Il segno + sarà utilizzato per rappresentare qualsiasi carattere mancante, sia quando la riga è composta da un solo carattere (nel qual caso si completerà con un +), sia quando vi sia alla fine della riga una lacuna dovuta per esempio ad uno strappo della carta o ad uno spostamento della fraschetta. In questo caso non bisogna cercare di indovinare il numero dei caratteri mancanti, ma si sostituirà comunque la coppia dei caratteri con ++.

3.2 Scelta delle righe

3.2.a Non si tiene conto:

3.2.a.1 delle righe costituite soltanto da filetti o ornamenti tipografici;
Osservazione
3.2.a.1.a Se una riga contiene testo e ornamenti, o caratteri usati come ornamento, questi ornamenti che precedono o seguono il testo vengono indicati con un solo asterisco.
3.2.a.2 delle righe che contengono soltanto elementi del tipo: titoli correnti, segnature, richiami, numeri di stampa o paginazione;
Osservazione
3.2.a.2.a Se vi sono righe che contengono contemporaneamente testo e segnature etc., va preso in considerazione il solo testo.
3.2.a.3.a delle didascalie incise che accompagnano una illustrazione. Una didascalia va presa in considerazione solo se è stampata;
3.2.a.3.b delle righe che contengono solo note musicali;
3.2.a.4 di tutte le annotazioni marginali, comprese le indicazioni dei nomi di personaggi in un testo teatrale o in un dialogo, titoli, mani, glosse o note marginali, anche se queste si estendono al di sotto del testo per tutta la lunghezza della riga in fondo alla pagina;
Osservazione
3.2.a.4.a Tuttavia le note a piè di pagina e le note interlineari vanno considerate come testo. Analogamente se la pagina contiene insieme testo e commento, il commento va preso in considerazione per il rilevamento dell’impronta, applicando la regola delle colonne se necessario.
3.2.a.5 di tutte le numerazioni di righe, che si tratti di versi o di prosa, o di versetti biblici.

3.2.b Si tiene conto:

3.2.b.1 delle righe di testo che non occupano tutta la larghezza della pagina;
3.2.b.2 della parte di riga collegata alla precedente in un testo poetico o teatrale: si rilevano per l’impronta i due ultimi caratteri che appaiono nelle righe dove si rileva l’impronta (in generale le ultime due, ma cfr. anche 3.3.a.3);
3.2.b.3 delle virgolette e degli altri segni di punteggiatura che fanno parte del testo, anche se fuoriescono dal margine;
3.2.b.4 dei caratteri che si presentano leggermente spostati in alto o in basso rispetto alla riga tipografica;
3.2.b.5 di una pagina o parte di pagina sostituita con un foglio incollato. Questa particolarità deve essere segnalata in una nota.

3.2.c Casi particolari:

3.2.c.1 Colonne: quando il testo è disposto in colonne l’impronta andrà rilevata dalla prima colonna della pagina, quella di sinistra, che si tratti di un recto o di un verso. Si intende qui per colonna tutto ciò che è stampato in forma di colonna a prescindere dal fatto che si tratti di testo o commento, anche se le colonne su una stessa pagina non sono tutte identiche rispetto alla larghezza o alla lunghezza o se una colonna si estende su tutta la larghezza.
3.2.c.2 Tabelle: se una tabella si presenta disposta a colonne leggibili dall’alto in basso, si applica la regola delle colonne (cfr. 3.2.c.1). Se una tabella o uno specchio appaiono disposti in colonne ma si devono leggere su tutta la larghezza della pagina, l’impronta si rileva come se si avesse di fronte una pagina normale. In caso di incertezza applicare la regola normale.
3.2.c.3 Se il testo è tutto stampato lateralmente, l’impronta va rilevata dalle due ultime righe del testo, rivoltando il libro dalla parte che permette la lettura. Se una pagina contiene sia testo stampato normalmente che testo stampato lateralmente, l’impronta deve essere rilevata dal testo stampato normalmente.

3.3 Scelta delle pagine

3.3.a Generalità

3.3.a.1 Quando si contano le carte si tiene conto soltanto di quelle che recano, sul recto o sul verso, un testo stampato.
3.3.a.2 Nel rilevare l’impronta si devono usare solo le pagine che contengono caratteri a stampa. Devono essere ignorate le pagine bianche, quelle che contengono soltanto segnature, e quelle che contengono soltanto delle incisioni, etc. (cfr. 3.2.a.2); in tal caso ci si rifarà alle istruzioni particolari per ciascun gruppo (cfr. 3.3.b.1-4).
Osservazioni
3.3.a.2.a Pagine contenenti soltanto testo inciso devono essere trattate come bianche. Ugualmente se una pagina contiene del testo, sia stampato che inciso, all’interno di una illustrazione, questo testo deve essere ignorato e la pagina trattata come bianca se non c’è sulla pagina altro testo stampato.
3.3.a.2.b Le note musicali devono essere ignorate, ma non le parole che le accompagnano, a meno che non siano incise.
3.3.a.3 Se il libro non contiene un numero sufficiente di carte, pagine o colonne per permettere di rilevare tutti i gruppi, si completerà l’impronta ritornando alla pagina o colonna dove si è operata l’ultima rilevazione. L’operazione si effettuerà risalendo alle righe situate immediatamente sopra quelle utilizzate per ultime, fino al rilevamento integrale dei 16 caratteri.

3.3.b Casi particolari:

3.3.b.1 Per il ed il 2º gruppo: quando non si tiene conto della pagina che avrebbe dovuto essere utilizzata (cfr. 3.3.a.2) si deve rilevare l’impronta sul recto seguente che contiene testo stampato.
3.3.b.2 Per il 1º gruppo:
3.3.b.2.a Se il primo recto che segue il frontespizio è esso stesso un frontespizio, rilevare l’impronta dal recto seguente. Se non vi è frontespizio (e non ve ne è mai stato) rilevare l’impronta dal primo recto, anche se questo ha una intitolazione. Tuttavia, se non vi è un frontespizio regolare ma esiste un occhietto, si considera la pagina con l’occhietto come un frontespizio e si rileva l’impronta dal recto seguente.
3.3.b.2.b Se il frontespizio manca (esemplare incompleto) e si può ritenere che manchi unicamente il frontespizio, l’impronta si rileva normalmente dal primo recto. Tuttavia se sembra che manchino diverse carte si sostituirà l’impronta del primo e del secondo gruppo con ++++ ++++.
3.3.b.3 Per il 3º gruppo: il recto utilizzato per il 3º gruppo deve anch'esso contenere testo a stampa e deve, inoltre, seguire quello utilizzato per il 2º gruppo.
3.3.b.3.a Se il libro è numerato prendere la carta, la pagina o la colonna correttamente numerata 13 o 17 in cifre arabe o romane (cfr. 2.3.c.1). Per un testo stampato a colonne, cfr. 3.3.b.3.d.
Esempio 1: Se la numerazione è 10, 11, 13, 13 e il 10 e l’11 sono corretti si deve prendere il secondo 13, il solo corretto.
Esempio 2: Se il 13 è numerato erroneamente 31 (o 14 o altro numero errato) si rileverà l’impronta dal 17. Analogamente non si prenderà mai una carta, pagina o colonna 31 numerata erroneamente 13.
3.3.b.3.b Se il recto numerato 13 in cifre arabe o romane è bianco, si passa al 17; se il recto 17 è bianco si rileva l’impronta dal recto della 4ª carta contata dopo quella che è servita per rilevare il 2º gruppo.
3.3.b.3.c Se la carta, pagina o colonna numerata 13 è per caso quella sulla quale si è rilevata l’impronta del 2º gruppo, si rileverà l’impronta del 3º gruppo dal 17. Se l’impronta del 2º gruppo è stata rilevata dal 17, si prenderà quella del 3º gruppo sul 4º recto seguente.
3.3.b.3.d Nel caso di un testo disposto in colonne, l’impronta va sempre rilevata dalla colonna di sinistra, anche se non è quella che porta la numerazione 13 o 17.
3.3.b.4 Per il 4º gruppo: se il verso della pagina dove si è rilevato il 3º gruppo è bianco, ci si riporterà alle righe del recto che figurano al di sopra di quelle utilizzate per il 3º gruppo (cfr. 3.3.a.3).

3.4 Complementi dell’impronta

3.4.a Notazione della indicazione appropriata (cfr. 2.4.a).

3.4.b Notazione della data:

3.4.b.1 si riporta la data in cifre arabe, facendola seguire, tra parentesi tonde, da un suffisso che indica la sua forma nel libro:
A cifre arabe
C cronogramma
E prima data che figura in un almanacco che dà la data di Pasqua
F calendario della rivoluzione francese
G alfabeto greco
H alfabeto ebraico
M alfabeto arabo
R cifre romane
T data scritta per esteso
X calendario arabo
Y anno di regno di un sovrano
Z calendario ebraico
3.4.b.2 Se la data non figura sul frontespizio o nel colophon si indicherà in numeri arabi, seguiti dalla lettera Q, la data riportata in descrizione; in presenza di più date si riporta la prima.
[15..] Data impronta: 15.. (Q)
[160.] Data impronta: 160. (Q)
[Prima del 1580] Data impronta: 1580 (Q)
[Circa 1810] Data impronta: 1810 (Q)
[1680 o 1681] Data impronta: 1680 (Q)
[Tra il 1720 e il 1735] Data impronta: 1720 (Q)

Note