Norme musica non pubblicata/Appendici/Appendice C/C.1

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C.2 Denominazioni di riferimento
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C.1 Tipi di notazione

Le diverse notazioni musicali occidentali possono ricondursi a due tipi fondamentali:

  1. notazioni che fanno prevalentemente uso di lettere, sillabe, parole e/o numeri;
  2. notazioni che fanno prevalentemente uso di segni grafici.

C.1.1 Notazioni che fanno prevalentemente uso di lettere e/o numeri

Le notazioni letterali e/o numeriche presentano le seguenti caratteristiche generali:

  • l’altezza dei suoni viene indicata con una o più lettere dell’alfabeto o uno o più numeri arabi;
  • le lettere o i numeri che indicano le note portano talora segni aggiunti che specificano la durata dei suoni;
  • se associati a un testo, i simboli indicanti le note sono scritti al di sopra di esso;
  • lettere e numeri possono essere disposti in campo aperto o su un rigo di una o più linee.

A seconda dei luoghi e delle epoche, si distinguono per le seguenti caratteristiche:

  1. Tra il 4. sec. a.C. e il 4.-5. sec. d.C., in Grecia (notazione alfabetica):
    • lettere dell’alfabeto ebraico-fenicio o greco, maiuscole, minuscole, ruotate o rovesciate;
    • le lettere sono in campo aperto, cioè non inserite in un rigo musicale;
    • segni sopra le lettere indicano la durata dei suoni;
    • segni apicali sul lato destro delle lettere indicano l’altezza delle note.
  2. Nel Medioevo, dal 4.-5. sec. all’11. sec., nelle aree di cultura latina (notazione alfabetica):
    • lettere latine maiuscole e minuscole, talora raddoppiate;
    • le lettere sono in campo aperto o su un sistema di linee.
  3. Tra l’11. e il 18. sec. soprattutto in Germania (intavolatura d’organo tedesca):
    • lettere gotiche o latine, a volte numeri;
    • le lettere sono in campo aperto raggruppate e scritte in fila; le file di lettere sono racchiuse in caselle singole lettere o gruppi di lettere sono scritti sotto segni di valore simili a note moderne o a griglie.
  4. Dalla fine del 15. sec. all’inizio del 18. in tutta l’ Europa (intavolatura di liuto):
    • lettere latine o numeri, a volte segno +;
    • le lettere o i numeri sono generalmente inseriti a varie altezze in un sistema di linee simile a un rigo musicale;
    • possono essere presenti segni di valore simili a note moderne, scritti a intervalli irregolari al di sopra delle lettere;
    • possono essere presenti stanghette verticali che attraversano il rigo, a intervalli irregolari;
  5. Attorno al 17. sec., in Italia (alfabeto per la chitarra):
    • lettere maiuscole e segno +;
    • i segni sono scritti generalmente sopra a una riga orizzontale continua o spezzata, recante trattini verticali o uncini tracciati verso l’alto e verso il basso (segni delle botte);
  6. Nel 16.-17. sec., in Spagna e in Italia meridionale (intavolatura di liuto spagnola):
    • lettere, numeri e segno +;
    • i segni sono accompagnati da segni di valore simili a note moderne;
    • è presente a volte una linea orizzontale analoga a quella appena descritta.

C.1.2 Notazioni che fanno prevalentemente uso di segni grafici

Le notazioni che usano prevalentemente segni grafici si presentano, a seconda dei luoghi e delle epoche, con le seguenti caratteristiche:

  1. Dal 1. millennio a.C. ai giorni nostri, presso gli Ebrei, per notare le melodie dei testi sacri:
    • accenti acuti, gravi e circonflessi, segni angolari, punti singoli doppi e tripli, parentesi, segni simili a riccioli, segno ~, segni quadrati, un semicerchio rivolto verso il basso posto sotto una barra verticale, altri segni più complessi e composti;
    • i segni sono posti sopra e/o sotto il testo;
    • tutti i segni sono in campo aperto.
  2. Dal 4. al 14. sec., nell’area di influenza bizantina (notazione neumatica bizantina):;
    • punti, tratti orizzontali uncinati o no, barre diagonali semplici o doppie, apostrofi o apici talora raddoppiati, semicerchi rivolti verso l’alto o verso il basso, segni simili a parentesi uncinate, segni composti;
    • i segni sono posti sopra il testo;
    • tutti i segni sono in campo aperto;
    • possono essere presenti segni alfabetici accessori, a volte colorati in rosso.
  3. Tra il 9. e il 12. sec., in Europa, soprattutto nei trattati teorici (notazione dasiana):
    • segni simili a F diritte ruotate e rovesciate, e barra diagonale o S, disposte in una colonna a sinistra;
    • possono essere tracciate linee orizzontali continue che partono dai segni incolonnati;
    • il testo se presente è disposto a varie altezze negli spazi delimitati dalle linee corrispondenti ai segni e collegato da linee oblique;
    • in mancanza di testo si trovano dei cerchietti o dei brevi tratti orizzontali uniti da linee.
  4. Dall’8. all’11. sec., in Europa (notazione neumatica):
    • neumi: punti singoli o in gruppi ascendenti o discendenti, barre diagonali che possono terminare con un uncino, apici, accenti circonflessi, riccioli, segni a forma di onda, di delta minuscola e di omega, altri segni più complessi e composti;
    • i neumi sono posti sopra il testo;
    • tutti i segni sono in campo aperto.
  5. Nell’11. sec., in Europa (notazione diastematica):
    • gli stessi neumi della precedente, disposti sopra il testo, ad altezze variabili;
    • accanto ai neumi possono essere presenti le lettere e, s, t, d, c, Δ.
  6. Attorno al 12., in Europa:
    • gli sessi neumi della precedente;
    • i neumi sono posti ad altezze variabili su una o più linee orizzontali continue, tracciate a secco o a inchiostro nero, giallo o rosso;
    • all’inizio delle linee possono essere presenti le lettere C, F, G;
  7. Nel 13. sec., in Europa (notazione quadrata):
    • figure in forma quadrata o di losanga, isolate o legate da linee verticali, figure romboidali;
    • le figure sono disposte in un sistema di linee di numero variabile, nere, rosse o gialle;
    • all’inizio di alcune linee sono scritte le lettere C, F, G, con grafia più o meno deformata;
    • le figure possono essere colorate in rosso.
  8. Nel 14. sec., in Europa (dal 14. sec. in poi nei libri liturgici) (notazione mensurale bianca):
    • notazione analoga alla precedente;
    • le note possono essere non annerite o rosse.
  9. Dal 15. sec., in Europa:;
    • notazione sempre più simile alla notazione moderna, con note a forma di losanga, quadrate e infine rotonde;
    • più righi possono essere raggruppati con l’uso di una parentesi graffa.

Non di rado diversi tipi di notazione sono combinati, e si possono trovare manoscritti contenenti neumi o note simili a quelle moderne, associati a notazione letterale.