Norme comuni/La catalogazione partecipata/Parametrizzazione del Polo

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2 La parametrizzazione sui dati 4 Catalogazione semantica
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3 Parametrizzazione del Polo e prassi catalografica

I livelli di autorità attribuiti al Polo costituiscono un limite ad quem: nessun catalogatore di un Polo potrà attribuire ai record bibliografici o alle voci di autorità un livello superiore a quello che è stato riconosciuto al Polo, ma potrà invece scegliere di attribuire di volta in volta un livello uguale o inferiore.

Lo stesso criterio si applica ai dati specifici delle diverse tipologie di materiale: nessun catalogatore di un Polo potrà inserire i dati specifici di una tipologia di materiale (cartografico, grafico, musicale, audiovisivo) per la quale il Polo stesso non sia stato configurato, ma il catalogatore che opera all’interno di un Polo abilitato alla gestione dei dati specifici di una o più tipologie di materiale potrà sempre scegliere di catalogare fornendo i soli dati comuni. Pertanto il catalogatore è tenuto a fornire due “informazioni di servizio”, relative non alla risorsa da descrivere, ma alla sua catalogazione:

  • il livello di autorità del record e, se si descrive una risorsa fornendone i dati specifici, anche il livello di autorità di questi;
  • l’indicazione della specificità catalografica[1] fornita: il bibliotecario indica sempre se per il documento descritto ha fornito i soli dati comuni (“moderno” o “antico” in base alla data del documento) o anche i dati specifici del materiale speciale (grafico, cartografico, musicale, audiovisivo). Tale indicazione è necessaria per salvaguardare la completezza dei record sui quali si interviene con diversi profili. I controlli che l’Indice può effettuare sulla base di questa “informazione di servizio” e del confronto con il profilo del Polo che opera servono sia a verificare che i dati specifici provengano da un Polo abilitato a fornirli sia ad impedire la perdita di informazioni nel caso di correzioni effettuate da un Polo che non gestisca i dati specifici.

Definito il ruolo che assolve nell’ambito della catalogazione partecipata questa “informazione di servizio”, è tuttavia ancora necessaria qualche considerazione e precisazione sul “tipo record”. Questo campo è previsto in UNIMARC per ospitare un codice che definisca il tipo di risorsa e in base al quale un sistema automatizzato possa effettuare controlli sull’ammissibilità di altri campi. Negli ultimi anni, in una realtà editoriale sempre più variegata per forme e supporti, è risultato insufficiente l’uso di un solo codice o termine per definire la risorsa e di conseguenza è emersa la necessità di scomporre l’informazione in più elementi relativi al tipo di contenuto, variamente specificato, di mediazione e di supporto, per definire con l’aggregazione di valori diversi le caratteristiche della risorsa. L’ISBD, edizione consolidata, ha introdotto a tal fine l’area 0 con gli elementi: Forma del contenuto e relative specificazioni e Tipo di mediazione.

In SBN i nuovi dati utili a definire la risorsa, introdotti nella versione di protocollo 2.00 e quelle successive, si forniscono solo in forma codificata. Si è ritenuto tuttavia opportuno mantenere il tipo record come campo obbligatorio nella catalogazione delle risorse per permettere al sistema di effettuare le verifiche di coerenza e di ammissibilità di alcuni dati.

Le ragioni di questa scelta risiedono nelle seguenti considerazioni:

  • a differenza della specificità catalografica, che indica il set di dati che il catalogatore soggettivamente sceglie di fornire, il tipo record definisce in modo oggettivo il set massimo di informazioni ammesse dal sistema nella catalogazione di quel tipo di risorsa. Per esemplificare, chiunque cataloghi una mappa, indicherà il tipo record “e”, che ammette la presenza dell’area dei dati matematici in descrizione e la valorizzazione dei campi previsti dalle sole etichette 120, 121, 123, 124, ma in base alla specificità catalografica qualcuno può limitarsi a fornire i soli dati “comuni” – tra i quali rientra l’area 3 come parte della descrizione bibliografica – mentre qualcun altro potrebbe aggiungervi i dati specifici della cartografia (campi previsti nelle etichette 120, 121, 123 e 124);
  • il tipo record è un dato fornito da tutti i catalogatori, qualsiasi versione del protocollo SBNMARC utilizzino, e può pertanto essere usato dall’Indice per l’attribuzione di default dei valori dell’area 0, quando questi non siano forniti dai catalogatori che hanno in uso una versione di protocollo anteriore alla 2.00; per riprendere l’esempio della mappa, al tipo record “e” l’Indice può associare, in assenza di un’indicazione esplicita da parte del catalogatore, i seguenti valori di default riguardanti sia la Forma del contenuto = immagine, con le relative specificazioni: del contenuto = cartografica; del movimento = fissa; della dimensionalità = bidimensionale; della sensorialità = visiva; sia il Tipo di mediazione = senza mediazione.

Mentre i dati relativi all’area 0 sono a tutti gli effetti dati “comuni” e in quanto tali destinati a essere gestiti, sia pure con diverse decorrenze, da tutti gli applicativi di Polo, la catalogazione differenziata dei materiali speciali è una delle facoltà previste dal principio di flessibilità del protocollo SBNMARC e di conseguenza sarà mantenuta e garantita nel tempo. Risulta pertanto indispensabile tracciare nettamente sia le possibili corrispondenze tra tipo record e specificità catalografica, definendo per ciascun tipo di risorsa, in quali modi possa essere catalogato (vedi Tabella di corrispondenza Tipo record / Tipo di specificità catalografica), sia quali siano i dati previsti nell’ambito delle diverse “specificità catalografiche” (vedi Strumenti di supporto, Appendice sui dati).

Note

  1. Il termine “specificità catalografica” sostituisce in questa Guida il termine, meno appropriato, “tipo materiale” presente in tutta la documentazione tecnica (Modello analitico, schema del protocollo SBNMARC, etc.).